
Paternal Leave
Regia e interpreti
Regia: Alissa Jung Protagonisti: Luca Marinelli e Juli Grabenhenrich; nel cast anche Arturo Gabbriellini, Gaia Rinaldi e Joy Falletti Cardillo.
Soggetto
Germania, oggi. Leo è una quindicenne cresciuta senza padre. Un giorno, all’insaputa della madre, sale su un treno per Italia. Ha scoperto che sulla riviera romagnola vive suo padre Paolo, un istruttore di surf e proprietario di un chiosco. Quando si trova faccia a faccia con lui esplodono la diffidenza, la rabbia e il dolore tenuti a freno da una vita; a complicare le cose una difficile intensa linguistica…
Valutazione Pastorale
Un “Kammerspiel sulla spiaggia”. Così la regista-attrice Alissa Jung nel descrivere la sua prima regia “Paternal Leave”, un’opera scritta dalla stessa Jung e che vede protagonista il marito, il noto attore italiano Luca Marinelli (“Martin Eden”, “Le otto montagne” e la serie Tv “M. Il figlio del secolo”). È un viaggio fisico e interiore che compie una giovane adolescente tedesca, che scappa di casa in cerca del padre che non ha mai conosciuto. Sulla riviera romagnola, nel cuore dell’inverno, i due si troveranno a studiarsi, sfidarsi e forse ritrovarsi in un racconto che accosta tonalità plumbee, quelle del cielo che riflette il dissidio interiore dei personaggi, con quelle rosa fenicottero, simbolo della tenerezza di un sentimento atavico che non si può reprimere. L’amore padre-figlia.
“Quasi nessuno – rimarca la Jung – riesce a scuoterci e a ferirci così profondamente come i nostri genitori con piccole cose, con singole frasi, ma altresì quasi nessuno può riuscire a darci così tanta stabilità nella nostra vita. Mi interessavano questi due estremi. In ‘Paternal Leave’ racconto quindi la storia di un rapporto padre-figlia molto specifico: due persone completamente estranee l’una all’altra, ma comunque legate dalla genetica, da stilemi sociali, da una mancanza”. La regista perimetra bene il suo racconto, mettendo in scena un viaggio esistenziale di 72 ore tra un quarantenne e una quindicenne, chiamati a ritrovarsi come padre e figlia, a superare le fratture del passato. Da un lato c’è Leo, una ragazza nella tempesta dell’adolescenza, che si muove libera, autonoma dallo sguardo materno. Cresciuta senza padre, quando ne scopre l’esistenza si tuffa da lui in cerca di risposte; non indugia nelle parole, va diretta al punto, asciutta e determinata. Dove è stato in tutto questo tempo? Perché l’ha abbandonata? Perché non l’ha mai cercata? Vuole solo la verità, che riempia sensatamente quel vuoto che si porta dentro.
Dall’altro lato c’è Paolo, un uomo sulla quarantina silenzioso e schivo. Si è appena separato dalla compagna Valeria e fa di tutto per salvare il loro rapporto e crescere insieme la figlia piccola Emilia. L’arrivo di Leo è inaspettato e “disturbante”. Riapre ferite nascoste, accantonate nella memoria. La sua paternità è stata precoce, in piena gioventù, e non si è sentito in grado di accoglierla, di accettarla con maturità e consapevolezza. Da lì la scelta di defilarsi, di volgere lo sguardo altrove, aprendo però una lacerazione sottotraccia.
“Paternal Leave” è un film intenso, franco e poetico che mette a tema il ritrovarsi. Un faccia a faccia senza filtri tra due sconosciuti che sanno di essere legati, di essere padre e figlia, senza però averne mai sperimentato il ruolo. La Jung ha le idee chiare e dimostra sicurezza nella regia; a ben vedere qualche passaggio appare più incerto, “acerbo” o gratuito, ma nel complesso la traiettoria stilistico-narrativa risulta valida. Ottimo il duetto tra Luca Marinelli e l’espressiva Juli Grabenhenrich.
(A cura della CEI-Commissione Film)